Il rifiuto: una risorsa trascurata

La qualità della vita è divenuta una delle maggiori preoccupazioni a cui viene ora prestata particolare attenzione dai nostri amministratori. Nel contesto di questa maggior attenzione ai sistemi di vita, il rispetto dell’ambiente diviene uno degli obiettivi prioritari da perseguire. In quest’ottica particolare attenzione va posta alle problematiche che implicano la presenza dei rifiuti sul territorio.

Partendo dal presupposto che per rifiuto si intende tutto ciò che non si vuole più utilizzare, si deve intraprendere un virtuoso percorso teso a ricavare risorse dai rifiuti al fine di risparmiare materie prime. L’economia dell’usa e getta comporta un dispendio di materie prime che non tiene conto della circostanza che molte risorse non sono reintegrabili in tempi brevi. Con attenti processi il rifiuto può diventare una risorsa utile, mentre se abbandonato può costituire una fonte d’inquinamento che altera i processi naturali di depurazione.

La presenza dei rifiuti non ha creato problemi particolari nei secoli scorsi in quanto la produzione dei rifiuti era limitata ed era sviluppata l’abitudine del riutilizzo dagli avanzi derivanti dalle attività umane; però il rifiuto non riutilizzabile veniva considerato un inutile scarto che veniva allontanato depositandolo in luoghi non accessibili. Ma fin dall’antichità è stato riscontrato che i rifiuti abbandonati in quantità rilevante danno luogo a fenomeni di inquinamento.

In tempi relativamente recenti, per rendere più economico il riutilizzo di alcuni rifiuti con i quali si può dare vita a materie prime secondarie, è stata istituita la raccolta differenziata dei rifiuti per categorie merceologiche: l’esito di questa raccolta è strettamente collegato al coinvolgimento responsabile degli stessi produttori dei rifiuti. Il riuso era abbondantemente utilizzato nel passato per il recupero di beni duraturi (es. bottiglie), ma ha registrato in molti casi dei costi di esercizio superiori a quelli di produzione dei medesimi beni con sistemi reingenierizzati, che con la conseguenza che così si sono limitate le procedure di riutilizzo e sono aumentati i rifiuti.

I rifiuti solidi, inclusi fra essi i rifiuti organici, storicamente venivano smaltiti in discariche, ma si è riscontrato che una discarica provoca effetti negativi (percolazioni inquinanti, biogas,ecc.) a causa della concentrazione dei rifiuti, che diminuisce la naturale capacità di biodegradazione essendo superati i limiti naturali di ecosostenibilità, e questi effetti persistono anche dopo decenni dalla loro dismissione. Conseguentemente la gestione delle discariche è una attività che va controllata: deve iniziare con la loro predisposizione, va implementata durante il corso dell’esercizio con il controllo dei materiali conferiti e deve proseguire anche dopo la dismissione, in quanto i processi di decomposizione in una discarica non si neutralizzano se non trascorrono almeno 30 anni. I materiali inerti invece non necessitano di trattamenti, ma vanno individuati separati siti per il loro deposito: essi si smaltiranno nel tempo per sedimentazione. Ma anche i materiali inerti possono essere oggetto di un procedimento di riuso con i tritasassi e i tritamatoni, che possono fornire nuove materie prime secondarie.

Un altro sistema tradizionale di smaltimento dei rifiuti solidi secchi e di quelli organici è la loro distruzione con incenerimento, ma queste modalità di termodistruzione disperdono diverse energie che possono essere recuperate con virtuosi processi di termovalorizzazione (produzione di energia elettrica o teleriscaldamento). Nonostante le critiche che vengono mosse all’incenerimento dei rifiuti, questo sistema di smaltimento attualmente, con i vari controlli sulle emissioni di fumi a cui possono essere sottoposti gli impianti, è il sistema di smaltimento dei rifiuti che dà maggiore garanzia al rispetto dell’ambiente, anche se ha un costo superiore a quello delle discariche. I pericoli derivanti dalle emissioni dei fumi provenienti dagli inceneritori possono essere superati con l’ausilio di filtri in grado di trattenere le sostanze tossiche. Le ceneri derivanti dalla termodistruzione, essendo materiali inerti, vanno smaltite nelle discariche.

Alcuni rifiuti secchi e quelli organici possono venire anche riciclati, ma si deve verificare il risultato del riciclaggio il cui costo, rispetto alla qualità della materia secondaria ottenuta, può risultare superiore a quello dell’incenerimento. Infatti l’operazione di riciclaggio implica una perdita di quantità e di qualità della materia prima trattata, perdita che va annoverata fra i costi di produzione. Dai rifiuti organici ( rifiuti umidi domestici e rifiuti di giardinaggio) si possono ricavare, previa accurata loro selezione, dei buoni fertilizzanti organici utilizzabili in agricoltura o, previa biostabilizzazione, che attua una significativa riduzione volumetrica del materiale, possono essere riutilizzati come fonte di calore.

Nel passato i sistemi di smaltimento dei rifiuti liquidi urbani erano dei collettori che scaricavano i liquami direttamente nei corsi d’acqua, con il pericolo di provocare un inquinamento delle acque. Nell’economia industriale, in cui si devono smaltire anche i rifiuti liquidi derivanti da attività produttive, sono stati adottati impianti di depurazione delle acque che restituiscono l’acqua purificata e che raccolgono i fanghi ricavati dalla depurazione, che possono smaltiti o riutilizzati in base alla natura dei rifiuti liquidi trattati. Con le acque depurate (le acque grigie) si può creare un sistema di distribuzione civile duale, distinto da quello delle acque potabili, con cui queste acque possono essere utilizzate per le necessità umane che non comportano un loro consumo fisico.

La maggior attenzione riservata all’ecosostenibilità dell’ambiente ha suggerito, per eliminare i rifiuti derivanti dal traffico urbano, un trattamento delle acque piovane nelle aree urbane pavimentate realizzando dei serbatoi sotterranei di accumulo delle acque di prima pioggia, che sono altamente inquinanti, in modo che le acque che convergono nei collettori abbiano ridotti tassi di tossicità. Con tali accorgimenti le acque piovane più inquinate possono venire incanalate per essere riutilizzate, previo trattamento, o restituite non inquinate nei corsi d’acqua.

Altro aspetto da non trascurare in materia di rifiuti è la bonifica dei siti inquinati, operazioni che riguardano principalmente aree produttive dimesse, che erano operanti in tempi nei quali la sensibilità verso l’ambiente era diversa. In questo caso le problematiche da affrontare possono essere diverse e mediamente comportano interventi molto onerosi sia da un punto di vista tecnico sia economico: con tali azioni si possono recuperare per le necessità umane territori che non erano fruibili.

La problematica connessa all’esistenza dei rifiuti è stata demandata ad un piano regionale che traccia le linee guida dei comportamenti che in questa materia devono assumere gli enti locali. Un secondo livello di programmazione di settore è stato demandato al piano provinciale che devono approvare le province. Il piano provinciale è uno strumento attuativo, perciò lo stesso deve essere fattibile ed economicamente sostenibile. Nella fase formativa del piano provinciale dei rifiuti è prevista una consultazione ed un confronto con i comuni al fine di rendere i consiglieri provinciali coscienti e convinti di cosa approvano. Il piano va ad interessare tutti i cittadini che sono gli utenti finali del piano, perciò si devono trovare forme di consultazione degli stessi.

L’obiettivo finale del piano provinciale dei rifiuti è una riduzione dei siti destinati come discarica ed un aumento della quantità dei rifiuti che vengono avviati alla raccolta differenziata, nonché la riduzione dei rischi derivanti dal loro abbandono. Va quindi inizialmente proposta una sistematica raccolta differenziata dei rifiuti che, oltre ad indirizzarli allo smaltimento per categorie merceologiche, implica l’applicazione di procedimenti di riciclo e di riuso che sono finalizzati al recupero di alcune materie prime o alla creazione di materie prime secondarie. Il sistema della raccolta dei rifiuti porta a porta, avviato con la collaborazione degli utenti, anche se implica un costo suppletivo, ha un riscontro positivo perché previene il loro abbandono selvaggio.

L’economia dei consumi sta esponenzializzando il sistema dell’usa e getta, che comporta un incremento quasi geometrico nella produzione dei rifiuti: si pensi al riguardo alla quantità di rifiuti che vengono realizzati con gli attuali sistemi di imballaggio.

Qualunque sarà il sistema di trattamento dei rifiuti, avremo in ogni caso una presenza di residui del processo di trattamento che non possono essere eliminati in modo diverso dalla discarica.Alla luce di quanto esposto si rende opportuna una politica economica che elenchi fra i suoi obiettivi anche la riduzione della produzione dei rifiuti e la razionalizzazione del loro sistema di smaltimento.

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