Radiografia di Monfalcone

II Circolo culturale di studi sociali ed economici “Ezio Vanoni” di Ronchi dei Legionari ha organizzato una interessante conferenza-dibattito sul tema “Aspetti e prospettive dello sviluppo industriale del mandamento monfalconese”. La conferenza ha avuto luogo presso la biblioteca comunale, ove è convenuto un numeroso e qualificato pubblico.

La relazione è stata tenuta dal presidente del Consorzio della zona industriale di Monfalcone geom. Nazario Romani. In sede di presentazione della conferenza è stata messa in evidenza dal prof. Santeusanio, che fungeva da coordinatore, la interdipendenza fra programmazione economica e pianificazione urbanistica.

Infatti, date le dimensioni che vengono ad assumere le iniziative promosse e dirette dal Consorzio industriale monfalconese, si rende ogni giorno più necessaria la elaborazione di un organico piano urbanistico che prenda globalmente in esame i comuni del mandamento di Monfalcone. Finora le iniziative industriali nel basso isontino hanno maggiormente inciso sulla struttura urbanistica di Monfalcone, poiché questo comune presenta una forte tendenza attrattiva degli insediamenti industriali: ciò costituisce anche un elemento di richiamo delle forze di lavoro disponibili.

La carrellata delle attività secondarie monfalconesi nel tempo, condotta dal relatore, ha dimostrato che la zona industriale in esame viene a rivestire un ruolo sempre più importante, malgrado i momenti di grave incertezza verificatisi nel passato. Infatti, nel secondo dopoguerra si è dovuto registrare un rilevante regresso nella economia locale dovuto alla chiusura di alcuni mercati ed alla sfiducia nella redditività di eventuali investimenti in questa area marginale, mentre le attrezzature industriali esistenti non avevano potuto adeguarsi ai nuovi ritrovati della tecnologia moderna. La disoccupazione sali vertiginosamente quando l’industria navale, pilastro della economia locale fino agli anni cinquanta, entrò in crisi: all’inizio degli anni sessanta purtroppo si poteva parlare di recesso. Fu in questa circostanza che le locali amministrazioni comunali, appoggiate dall’Associazione Industriali, fecero delle pressioni affinché venissero riconosciute alcune agevolazioni alle iniziative industriali che si fossero insediate nel territorio di Monfalcone, ove nel passato si usufruiva già di analoghe facilitazioni. Il Governo riconobbe la validità delle istanze presentate e con la legge n. 1525 del 16 dicembre1961 furono varate le agevolazioni fiscali e tributarie.

Gli effetti di questa legge non tardarono a farsi sentire: infatti nel giro di qualche anno sorsero i primi nuovi stabilimenti industriali. Nella relazione è stato messo in evidenza che queste localizzazioni industriali solo parzialmente sono da considerarsi effetto delle agevolazioni. Monfalcone presenta delle infrastrutture di comunicazione di primaria importanza per quelle industrie che contano di avere frequenti contatti con i Paesi dell’Europa centrorientale, oltre che con il resto della Italia. Un altro elemento di attrazione è rappresentato dall’abbondante presenza di acqua nella zona: si tratta di un elemento indispensabile per le industrie chi-miche e per quelle che necessitano di impianti di refrigerazione.

Il contributo che lo Stato e l’Ente Regione hanno dato per l’ammodernamento delle più importanti infrastrutture è stato indispensabile per valorizzare la posizione naturale di Monfalcone, che può venir paragonata a quella di Marghera. La presenza di un porto suscettibile di ampliamenti, la possibilità di facili allacciamenti ferroviari e stradali, la vicinanza di un aeroporto e di alcuni importanti valichi di frontiera, accanto agli incentivi a cui si è accennato, sono gli elementi che hanno favorito uno sviluppo industriale che era solo parzialmente previsto dalla legge 1525. Così quelle esenzioni che dovevano rappresentare una misura di salvataggio di una zona, che aveva salde tradizioni industriali, hanno dato invece luogo ad una serie di iniziative capaci di determinare un nuovo decollo economico del basso isontino.

La problematica connessa alla nuova ottica con cui si considera il Mandamento di Monfalcone è molteplice. Uno dei problemi di maggior rilevanza è quello delle scuole professionali, fucine di quelli che saranno le colonne del funzionamento dei nuovi stabilimenti: questo tipo di scuola dev’essere valorizzato in quanto può dare la possibilità di reperire in loco buona parte delle maestranze che saranno richieste nel prossimo futuro. I nuovi stabilimenti richiederanno, infatti, almeno 2.000 unità lavorative che dovranno venir richieste esternamente, per cui, la popolazione registrerà un incremento immigratorio. In questo contesto è previsto un rilevante sviluppo delle attività terziarie e del fenomeno dell’inurbamento.

In merito, è auspicabile che gli organi regionali diano’ prova di quella oculatezza, che finora li ha caratterizzati, anche nello stendere il piano urbanistico regionale, che ultimamente è stato approvato dalla Giunta regionale. Il piano si rende necessario per evitare che si avverino della sgradevoli interferenze-fra le aree da destinare rispettivamente allo sviluppo residenziale, a quello .industriale, alle attività turistiche. Una sovrapposizione d’insediamenti residenziali e industriali si risolverebbe, in definitiva, in un grave pregiudizio per il benessere di quelli che saranno i cittadini della più vasta Monfalcone, che sorgerà dalla fusione dei comuni maggiormente interessati a tali prospettive di sviluppo.

OSVALDO DE CASTRO

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