Il genere di vita dei Tramontini.

Il carattere fondamentale dell’insediamento tramontino è da ricercare nella posizione marginale della valle che offriva un sicuro rifugio dalle guerriglie, che si svolgevano nella pianura friulana durante i secoli bui del Medioevo. Le non facili comunicazioni dovute alla movimentata oro grafia agli sbocchi e l’insicurezza del commercio insidiato da brigantaggio e dalle taglie daziarie costrinsero i Tramontini a instaurare una economia chiusa, che trovava il suo pilastro nelle attività rurali. I prodotti dell’agricoltura e della pastorizia erano sufficienti al fabbisogno alimentare; l’ingegno degli artigiani seppe procurare molti beni che erano necessari a rendere confortevole la vita. Con la dominazione veneta l’isolamento viene attenuato rispetto il periodo medioevale, durante il quale la valle era alle dipendenze dei Vescovi di Concordia tramite il Duca di Meduno, loro feudatario. Ma tutta via la valle visse in un regime di economia chiusa fino quasi alla conclusione del secolo scorso.

Per mettere in crisi questo sistema che fidava sull’equilibrio fra il puro e semplice sostentamento e il minimo scambio è bastato poco. Il diminuito assorbimento dei pro dotti locali offerti sul mercato, il più frequente contatto con le popolazioni della pianura, nel frattempo evolutesi, sono state cause sufficienti per determinare l’esodo, specie dei giovani, per cui si è avuta una minor produzione conseguente alla perdita delle migliori forze di lavoro. Non sono certo serviti a trattenere le popolazioni i mezzi di produzione che gli antichi abitanti, ivi insediatisi, si erano arrangiati a procurarsi in fazzoletti di terra strappati al bosco e alla montagna. In questa povera economia si sono presto esaurite le risorse offerte dalla natura. I boschi erano stati ridotti entro precisi limiti per far luogo alle esigenze dell’agricoltura e del la pastorizia, inoltre il bisogno di legna da ardere per usi domestici ed il commercio del legname hanno dato luogo ad una deleteria decimazione bo schiva. Si è dato così via libera a un processo di erosione che ha portato a valle quel poco di humus esistente, che esigeva laboriose letamazioni, venendo così a diminuire la produzione agricola. Anche l’artigianato si è trovato in situazione di recesso poiché non trovava più acquirenti fra coloro a cui finora aveva fornito gli strumenti di lavoro, per cui pian piano si è assistito al tramonto delle interessanti attività artigianali qui fiorite.

L’emigrazione nata dalla spinta di novità e da una situazione di disagio dei non possidenti, trova dapprima motivazioni nel miraggio di far fortuna altrove considerando la esiguità delle risorse locali e l’incertezza dei raccolti, ma si è trasformata presto in un vero e proprio rifiuto della dura vita legata alle attività rurali. Furono proprio le attività sviluppate per meglio sfruttare le povere risorse locali, che diedero mo do a queste genti di trovare al di fuori delle loro terre natie una occupazione con cui poter vivere. Da ciò ebbe origine un flusso migratorio che viene spiegato dall’assenza in loco di risorse sufficienti per condurre un genere di vita adeguato alle attuali esigenze della vita. La segregazione e le rinunce che implicava la vita nella valle, anche nel passato non tanto lontano, sembrano essere divenute insopportabili per le nuove generazioni, che per ragioni di studio e di lavoro si trovano quotidianamente di fronte ad una realtà molto diversa da quella raccontata dai loro avi e da quella che essi registrano nelle loro «ville».

L’utilizzazione agricola del suolo, pur interessando ancora oggi una vasta superficie e un rilevante numero di addetti, non ha più il valore che aveva nel passato e caratterizza sempre meno il genere di vita dei Tramontini, sia per la scarsa convenienza economica delle colture nell’ambiente montano che per la tendenza dei valligiani ad emanciparsi dalla dura vita rurale. Al regresso dei seminativi e dei pascoli corrisponde però una tendenza espansiva del bosco, favorita dallo spopolamento, che potrà a lungo andare ripristinare l’ equilibrio idrogeologico del passato, ricostruire il manto forestale fortemente alterato e fa re delle foreste il pilastro di una nuova economia montana.

La realizzazione di tre bacini artificiali per scopi idro elettrici ha dato il via ad una serie di iniziative che tendo no a sfruttare turisticamente la zona. L’ambiente fisico offre condizioni altimetriche di Case rustiche a Tramonti di Sopra. bassa montagna, particolar mente adatte ai bambini e al le persone anziane, ma i rilievi circostanti presentano una interessante serie di itinerari escursionistici. Un altro elemento naturale che favorisce il turismo di soggiorno è la forte permeabilità dei terreni che trattiene poco l’umidità al suolo. I laghi si sono inseriti nell’ambiente come fossero suoi elementi natura li e i loro imponenti sbarra- menti, quasi perfettamente inseriti nell’ambiente, rappresentano, accanto alle abbondanti risorse ittiche, un ulteriore elemento di attrazione. Sul lungolago di Tramonti sono già in funzione alcune pensioni e ristoranti che offrono un comodo punto d’appoggiò per i turisti. Nei centri abitati vi sono diverse curiose case rurali risalenti al secolo XVI le cui facciate sono or nate da eleganti archetti: . forse si tratta di un tipo archi tettonico comune alle genti di origine ladina, poiché si riscontrano abitazioni analoghe nell’ambito della Valtellina e non solo nella vicina Carnia.

Un rimboschimento rotativo, sotto la qualificante direzione dell’ERSA, nella conca dei Tramonti e nelle valli laterali sarà un valido elemento per la ulteriore ripresa della economia locale sia dal lato forestale che da quello del turismo, in quanto in questo settore vi è coincidenza fra fini forestali e fini turistici.

I primi effetti del rilancio della zona secondo questa nuova dimensione si sono avuti con il miglioramento del sistema viario che ha implicato la costruzione dei laghi bacino: le presenze del turismo di passaggio e anche quel le del turismo di soggiorno presentano dei rosei incrementi. La zona che ha maggior mente suscitato queste speranze è quella di Campone, ove vi è pure l’attrattiva di alcune grotte carsiche. Nel 1969 l’abitato è stato collegato con il fondo valle e con la vicina Val d’Arzino da una nuova stra da turistica finanziata dalla Regione: grazie a questa infrastruttura veramente qualificante nella zona si sono notati nuovi insediamenti turistici a carattere permanente, consistenti in alcuni villini utilizzati per il tempo libero da famiglie della pianura friulana. Un ulteriore sviluppo nel l’ambito di questa ottica è subordinato ad un ridimensionamento delle attrezzature esistenti, ora appena sufficienti a soddisfare le esigenze del l’ancora basso livello locale di questo fenomeno creato dalla economia dei trasporti. L’incoraggiamento del’ turismo a gestione familiare è forse la forma più adatta a trattenere la popolazione e a stimolare il, suo progresso sociale.

Ormai è spezzato ineluttabilmente l’equilibrio del genere di vita del contadino-artigiano ed è superata anche la , formula del contadino emigrante. E sta anche tramontando il genere di vita della famiglia dell’emigrante che accudisce ai superstiti lavori agricoli con 11 desiderio di seguire al più presto il capofamiglia. Con l’emigrazione registrata nel secondo dopoguerra sono venuti meno i presupposti umani del vecchio gene re di vita e ora scarseggia la manodopera per il compimento delle opere idraulico-forestali da attuarsi a difesa del suolo. L’intervento di forze esterne, attraverso le costruzioni idroelettriche. le vie di comunicazione ed il turismo, hanno introdotto nuovi aspetti organizzativi e nuove attività economiche, imprimendo al paesaggio una trasformazione assai più rapida di quella che derivava dal vecchio genere di vita rurale. La unità di esigenze e di interessi rende auspicabile la riunione del la valle sotto un’unica direzione amministrativa, che di fatto si sta attuando con l’istituzione dei consorzi per 16 svolgimento di alcuni servizi comunali. Ora alla figura del montanaro emigrante si è sostituita quella dell’operaio che quotidianamente raggiunge nel la vicina pianura la sede del proprio lavoro, per poi tra scorrere le ore libere nel seno della propria famiglia. Si assiste così alla manifestazione di un nuovo equilibrio fra lo ambiente e l’uomo. il quale tende a valorizzare le amenità naturali coassialmente al patrimonio boschivo.

Osvaldo de Castro

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *