Il rendiconto di mandato: La pagella del comune.

Per un bilancio dell’attività è importante conoscere non solo la realtà interna dell’ente, ma anche quella esterna. Che consentirà di valutare complessivamente i risultati di una buona o cattiva amministrazione. Come attuare una verifica sulle politiche di entrata e di spesa

Il processo riformatore che dal 1990 ha coinvolto la pubblica amministrazione, e in particolare gli enti locali, si sta sviluppando nel tempo e si sta consolidando in un quadro normativo orientato ad attribuire maggiore autonomia e responsabilità agli enti locali.

L’elezione diretta del sindaco e del presidente della provincia hanno posto le premesse per assicurare stabilità e continuità all’amministrazione e hanno garantito al cittadino la piena assunzione di responsabilità da parte dell’eletto nei confronti degli impegni presi con il programma elettorale presentato.

Coassialmente, gli amministratori locali hanno preso coscienza della necessità di costruire nuovi rapporti e sistemi di relazione con il gli elettori, che hanno dato loro la fiducia.

Essendo cambiate le regole elettorali gli “eletti” debbono dare conto di ciò che sono riusciti a realizzare del loro  programma e di quanto non hanno raggiunto.

Considerando le maggiori attribuzioni conferite ai capi delle amministrazioni locali, ci sembra riduttiva la previsione legislativa che limita auna verifica straordinaria di cassagli adempimenti di carattere contabile da effettuare in occasione del mutamento del capo dell’amministrazione.

L’articolo 72, comma 6, del decreto legislativo 77/95 prevede la possibilità che in occasione del cambio di amministrazione ciascun ente possa predisporre un conto patrimoniale di inizio e fine mandato.

Si ritiene però che un conto patrimoniale di inizio mandato non dia particolari risultati: se l’adempimento viene previsto, la sua presentazione dovrebbe essere coeva alla approvazione degli indirizzi generali di governo; un conto patrimoniale come previsto dal decreto legislativo77/95 assume una connotazione tecnica, ma comunque può servire come memoria fotografica dello stato patrimoniale dell’ente.

Per la predisposizione di un conto patrimoniale che non si riduca a essere solo un documento ragioneristico, la nuova amministrazione deve prendere conoscenza dallo stato generale dell’ente e ciò non è possibile in tempi brevi.

Pertanto si suggerisce di prevedere solo la predisposizione del conto patrimoniale di fine esercizio, intendendo comunque la dizione patrimonio come patrimonio dell’intera comunità.

È da tenere presente inoltre che la nuova amministrazione si inserisce nella gestione dell’ente trovandosi come strumento operativo un bilancio che non è il suo e pertanto può anche non condividerlo: conseguentemente potrà mettere in moto una serie di meccanismi che prelazionino i suoi obbiettivi e che riformino quelli non condivisi dalla precedente amministrazione.

Diversi interventi, che producono effetti modificativi sul patrimonio in base alle regole contabili vanno registrati solo dopo la loro ultimazione o in certi casi solo dopo il loro collaudo: pertanto un conto patrimoniale rappresenta parzialmente la realtà dello stato dell’ente.

I documenti contabili dell’ente, inoltre, non sono in grado di rappresentare la reale situazione dell’aggregato sociale amministrato: per conoscere l’efficienza e l’efficacia dell’operato degli amministratori diventa rilevante conoscere non solo la realtà interna dell’ente, ma si deve monitorare anche la realtà esterna e i suoi cambiamenti. È quest’ultima infatti a permettere di valutare complessivamente i risultati di una buona o cattiva amministrazione ed è comunque questa a essere percepita dai cittadini.

L’amministrazione comunale è una delle principali protagoniste delle vicende cittadine: con la legge 142 l’ente locale è ancora più titolare di una investitura e di una rappresentanza generale che gli impone di partecipare alle soluzioni di tutti i problemi cittadini, anche dei tanti che non sono conseguenza della attività dell’amministrazione locale.

Autonomia non è sinonimo di isolamento, anzi le regole di gestione che formula autonomamente l’ente devono essere tese a inserirlo nel contesto sociale circostante salvaguardando e specificando la sua identità.

Pertanto, si suggerisce la predisposizione di un rendiconto di gestione che partendo dal programma di legislatura si colleghi con le modifiche intervenute sullo stato patrimoniale in conseguenza dell’attività amministrativa, evidenziando anche le altre modifiche intervenute nel medesimo periodo sull’intero contesto sociale amministrato.

Questa proposta parte dalla considerazione che per descrivere lo stato di un’impresa non è sufficiente illustrarne la posizione sul mercato con il solo bilancio presentato ai soci: anche per l’azienda “ente locale” nel rendiconto di mandato i documenti contabili devono essere integrati con altri elementi illustrativi della realtà esterna.

L’obiettivo di questo nuovo lavoro deve essere quello di collegare ai documenti di bilancio – che storicamente hanno avuto una funzione e un’ottica più limitata – altri documenti che consentano di rappresentare la situazione di partenza e quella di arrivo dell’ente locale nel periodo in esame.

Vanno sviluppati alcuni punti appena accennati nella legge, in particolare le caratteristiche generali del territorio e dell’economia insediata egli elementi che dimostrino la coerenza delle previsioni annuali e pluriennali con gli strumenti urbanistici e i relativi piani di attuazione.

È molto utile pertanto conoscere le caratteristiche che possono rappresentare un determinato contesto, alfine di paragonare lo stesso nel tempo, o contesti diversi tra loro, per verificare come hanno inciso le diverse gestioni.

Può diventare necessario valutare i punti di partenza e i punti di arrivo della realtà territoriale, confrontarli nel tempo e fra loro e verificare come incidono su di essi le politiche di entrata e di spesa.

È molto importante per gli amministratori mettere a punto uno strumento che consenta loro, alla fine del loro mandato, di mostrare quali sono i risultati raggiunti e come hanno inciso sulla realtà cittadina.

Inoltre, per diversi interventi si dovrà puntualizzare quali saranno i risultati futuri delle decisioni prese, perché si deve dar conto anche di quelle iniziative che sono state avviate ma la cui conclusione è prevista nel tempo.

Occorre verificare anche le caratteristiche ambientali-econologiche, i livelli di dotazione di infrastrutture, attrezzature e spazi collettivi, comprendendo pure gli spazi, le aree e i manufatti, di uso e fruizione pubblica, anche se di proprietà privata, che rivestono per la collettività un interesse tale da concorrere nel loro insieme a definire la qualità del territorio e degli insediamenti.

Qualità che va valutata, oltre che attraverso i parametri dimensionali, anche mediante parametri prestazionali come accessibilità, fruibilità, caratteri funzionali, morfologici e tipologici, nonché attraverso la misurazione di requisiti ambientali e gestionali.

Si debbono, quindi, ricercare quali sono le caratteristiche atte a rappresentare le condizioni di vivibilità del territorio; questi ultimi elementi in gran parte possono essere recepiti rielaborandoli dalla disciplina urbanistica, altri sono da ricavare dalle scienze sociali.

Questo nuovo strumento proposto può assumere anche una funzione ricognitiva utile per la direzione politico-amministrativa dell’ente divenendo mezzo di lavoro. Il rendiconto di mandato può essere istituzionalizzato nell’ambito degli spazi lasciati liberi dalla legge all’autonomia di ciascun ente fra i documenti fondamentali dell’ente.

Un apporto qualificato al nuovo documento lo daranno anche i revisori esprimendo sullo stesso un parere incentrato, oltre che sulla regolarità contabile della gestione anche sulla veridicità, coerenza e attendibilità del nuovo documento.

L’ipotesi qui proposta è più percorribile nei Comuni e nelle unioni di Comuni che rappresentano un aggregato sociale semplice, ma la medesima è ugualmente fattibile sia nelle città metropolitane che nelle Province, che sono enti esponenziali di aggregati sociali più complessi.

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