Comunità Montana del Collio: Sviluppo nel rispetto dell’ambiente.

Precedentemente sono stati esaminati i lineamenti della Comunità Montana del Collio, i cui organi stanno predisponendo lo statuto che regolerà la vita dell’Ente. Si sono in particolareare le difficoltà che si incontrano nell’instaurare un discorso di «comunità montana» – Collio che presenta caratteristiche morfologiche e socio – economiche diverse dalle zone montane vere e proprie. Si è anche fatto presente che la falsariga del futuro piano di sviluppo dovrà essere la valorizzazione dell’ambiente naturale.

Questa politica di valorizzazione dell’ambiente naturale viene facilitata dal tipo di insediamento che si riscontra nel Collio. Considerando infatti l’aspetto ecumenico della zona si nota nei vari siti geografici la prevalenza dell’insediamento sparso. Questo tipo di insediamento ha avuto una ubicazione economica a testimonianza sia delle attività rurali svolte dalle genti che delle difficoltà di mobilitazione dei fattori della produzione esistenti nel passato. Gli insediamenti accentrati sono pochi e nella maggior parte ricordano i villaggi d’altura, sorti posizione strategica per difendere le popolazioni: tipici esempi sono gli abitati di San Floriano del Collio e Ruttars che presentano alcune tipologie edilizie atte alla difesa delle genti. Al riguardo si sono rinvenute tracce di analoghi insediamenti fortificati di epoche remote in diverse località del Collio, fra cui è da ricordare il monte Quarin sopra Cormons.

Il piano di sviluppo della Comunità non dovrà trascurare questi fattori di localizzazione degli insediamenti. A tal fine si rende necessario che pianificazione territoriale e programmazione economica procedano coassialmente, affinché venga trovato il maggior numero di soluzioni ai vari problemi delle popolazioni con il minor numero di compromessi. Ciò sarà facilitato dal fatto che i progetti che verranno realizzati saranno studiati e approvati dai rappresentanti delle popolazioni interessate. Ma in questo operare si dovrà tener presente che i fattori naturali di localizzazione sopra richiamati giocano un ruolo sempre meno importante, ciò in considerazione della rapidità dei mezzi di comunicazione e delle infrastrutture primarie ora esistenti.

Nel Collio, come in tutte le zone montane, non si dovranno offrire solo nuove prospettive di lavoro: le linee di intervento devono essere tali da operare una globale emancipazione delle genti. Per superare le tradizioni che rendono il lavoratore legato a condizioni di sottosviluppo si deve operare principalmente tenendo presente la sua effettiva personalità a livello culturale e sociologico. Il piano di sviluppo per essere efficace deve evidenziare l’elemento uomo favorendo la sua elevazione culturale e professionale, nonché valorizzando i I patrimonio di tradizioni di cui esso è portatore.

Nel piano di sviluppo si può prevedere l’attivazione di industrie di trasformazione e di conservazione da ubicarsi nelle zone di produzione, ma il progresso non deve coincidere con il deterioramento dell’ambiente. Il piano di sviluppo deve tener presente la possibile azione di ogni intervento sull’ambiente e la possibile reazione dell’ambiente all’intervento. Una politica di sviluppo economico non accompagnata da una oculata pianificazione territoriale comporta un parallelo aumento degli inquinamenti, i cui effetti si risentono anche al di fuori dei siti geografici ove si manifestano in origine. Gli scarichi degli insediamenti abitativi e industriali se non depurati finiscono con il contaminare direttamente o indirettamente le acque che, con il passar del tempo e l’accumulo di sostanze inquinanti, vengono a perdere quella flora e fauna che normalmente effettuano un certo processo di autodepurazione. Inoltre per la distruzione degli spazi verdi per far luogo a nuovi insediamenti e le modifiche apportate allo stato naturale dei terreni per una loro utilizzazione agricola, se non ben programmate, minacciano l’equilibrio ecologico di queste zone in cui sono scomparse o in via di estinzione numerose specie animali. Si tenga presente anche che nelle attività agricole le sostanze chimiche impiegate contribuiscono all’alterazione dei delicati sistemi biologici nei quali la microforma ha una parte assai importante.

Le opere di bonifica, sebbene preziose sotto gli aspetti igienici ed economici per l’utilizzazione del suolo, prosciugano le terre ricche di acque e di vegetazione che danno luogo ad particolare tipo di ambiente. Si deve evitare la. continuazione indiscriminata di una politica di bonifica che talvolta recupera territori che danno un reddito basso e inconsistente.

L’antropizzazione della terra deve essere rivolta alla sua razionale conquista e non al suo sfruttamento con una utilizzazione di rapina che implica la scomparsa dei microambienti e la conseguente alterazione dei microclimi. Questa conquista razionale si concreta quando lo sviluppo economico procede rispettando l’ambiente, che non si deve intendere solo come paesaggio, ma bensì come un insieme di fenomeni naturali. Il limite di carico di un ambiente lo si può individuare in relazione alla disponibilità di risorse idriche. Infatti quando si intaccano in qualsiasi modo le risorse idriche di un ambiente si dà il via ad un processo di trasformazione che si manifesta con alterazioni nel mondo vegetale e in quello animale.

Il deterioramento dell’ambiente è una conseguenza del voler conseguire un grande sviluppo economico e del pervenire alla massima redditività possibile senza tener conto delle conseguenze che ne derivano all’ambiente. Bisogna quindi inserire i fattori ecologici nei programmi e nelle decisioni economiche, accettandone i relativi oneri finanziari: queste spese in una politica di lungo periodo si dimostreranno essere degli investimenti a favore della Comunità invece che della diseconomia di gestione.

Le opere di sistemazione e manutenzione del terreno un tempo erano svolte in gran parte delle piccole imprese coltivatrici a conduzione famigliare che attraverso le normali colture provvedevano anche all’assestamento del suolo. Questa costante opera di manutenzione è venuta meno a causa dell’esodo delle popolazioni dal Collio. ne è derivato il degradamento dei terreni abbandonati. In compenso si è registrato un incremento delle proporzioni delle aziende agricole.

La comunità del Collio nel suo programma di riqualificazione integrale dovrebbe provvedere anche alla valorizzazione della componente naturale del territorio prevedendo l’istituzione di un parco in cui proteggere quei beni naturali che sono tipici della zona. Il parco deve essere dotato di una congrua fascia di preparco per impedire che le riserve naturali si trovino a stretto contatto con le zone destinate ad utilizzazione intensiva. Si tenga presente che le zone di interesse naturalistico richiedono una intensificazione dell’intervento umano, poiché la conservazione degli equilibri naturali originali risulta più difficile quando attorno essi sono compromessi.

Le attività turistiche vengono incentivate da questa politica di valorizzazione delle amenità naturali, ma nel Collio si può impostare solo l’attenzione al turismo senza stazionamento. Mancano infatti i presupposti ambientali per impostare una era e propria politica turistica. Il turismo qui può venir considerato come attività complementare e di conseguenza non è il caso di prevedere una specifica pianificazione relativa a questo settore. Le attività turistiche qui si manifestano col fiorire di locali pubblici a conduzione famigliare nei quali si possono gustare le prelibatezze della cucina locale. L’aumento del reddito e del tempo libero fa affluire alle finitime aree genti che vengono a trascorrere alcune ore nelle amenità del Collio. Questo tipo di turismo, che definirei pendolare, di positivo presenta la possibilità di impiego delle risorse esistenti in loco, senza distrarle dalle loro principali fonti di reddito; inoltre non risente delle stagioni morte che creano dei veri squilibri economici nelle zone dove i i turismo si afferma come attività principale. Ora con il rinnovo delle Amministrazioni dei Comuni si dovranno rinnovare anche gli organi della Comunità. Il Consiglio della Comunità del Collio come atto iniziale adotterà lo statuto che regolerà la vita dell’Ente, come già hanno fatto altre Comunità nella nostra regione. Superata questa fase costituente il nuovo Ente potrà dare il via alla formazione del programma di sviluppo e alla predisposizione di un piano territoriale in collaborazione con le singole Amministrazioni comunali interessate. Si spera quindi di vedere entro breve tempo anche nella nostra Provincia i primi risultati di questo nuovo tipo di decentramento amministrativo promosso dal legislatore statale a favore delle zone montane del nostro Paese.

OSVALDO DE CASTRO

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