Biografia di Osvaldo de Castro

 

Prima di parlare alcuni dei componenti della mia famiglia nella storia, premetto una presentazione di chi sta scrivendo queste righe.

Sono nato a Monfalcone il 19 gennaio 1942, ma i primi ricordi della mia vita risalgono agli anni che ho passato a Palmanova. Vivere a Monfalcone nelle vicinanze del cantiere navale non era tanto sicuro dopo che il fronte della guerra fra i militi dell’asse e quelli delle forze alleate nell’inverno del 1943 stava risalendo il Sud della Penisola Italiana: le nuove basi militari aeree ivi apprestate dalle forze alleate permettevano ai loro aerei di raggiungere facilmente le nostre zone industriali. Per questi motivi, dopo i bombardamenti della primavera del 1944, la mia famiglia si trasferì sfollati presso la casa della mia nonna materna a Palamnova; mentre nella nostra casa si trasferì un ufficio del cantiere la cui sede era stata distrutta dai bombardamenti. Mio padre era rimasto a Monfalcone, ove gli era stata riservata una camera e la cucina. Rientrata la famiglia una volta finita la guerra a Monfalcone, lì ho successivamente frequentato  gli studi elementari e medi; mia sorella Margherita era invece rimasta a Palmanova per finire le scuole elementari, anche perché fino al settembre del 1947 la provincia di Gorizia era amministrata da un governo militare alleato.

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Successivamente ho iniziato gli studi superiori al liceo scientifico di Monfalcone e li ho conclusi al liceo Bretoni di Udine. Nel 1964 è mancato mio padre e l’anno successivo ho intrapreso il corso di studi in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Trieste, concludendolo con una tesi in geografia umana, che mi è stata successivamente utile nell’attività di pubblicista. Un successivo impegno sull’imprenditoria commerciale nella provincia di Gorizia, per conto dell’Istituto di Sociologia Internazionale di Gorizia, e un altro sulla vocazione industriale del Monfalconese, per conto del Consorzio Industriale di Monfalcone, sono stati il supporto per alcuni articoli socio-economici sulla stampa locale. Sono stato chiamato a redarre due memorie su argomenti trattati nella tesi di laurea.

Una borsa di studio ministeriale mi ha permesso di frequentare a Roma un corso universitario annuale in Gestione degli Enti Locali, che mi aperto nel 1971 la strada per Segretario Comunale.

Le prime due sedi comunali in cui ho lavorato avevano un’economia prevalentemente agricola conseguentemente non vi erano abitati in espansione. Nella prima sede, a Dolegna del Collio in particolare ho affrontato dei problemi conseguenti ad un confine di stato ancora non definito per cui alcuni cittadini risultavano ancora residenti in Italia ma di fatto erano a tutti gli effetti presenti in territorio Iugoslavo. Nella terza sede il consorzio di segreteria tra i comuni di Morato e Mossa erano in attività degli insediamenti commerciali ed artigianali che stimolavano l’afflusso di persone e beni. Inoltre a Mossa volendo realizzare le fognature comunali si è constatata l’opportunità di coinvolgere in tale lavoro tutti i comuni della destra Isonzo: a tale fine ho studiato e proposto uno statuto per realizzare a tal fine un’entita consorziale che fosse di supporto funzionale per gli impianti da realizzare. Nella quarta sede, il consorzio di segreteria tra i comuni di Doberdò del Lago e Sagrado ho affrontato la problematica discendente dalla presenza di gruppi di popolazione di nazionalità slovena senza avere a disposizione una normativa esaustiva in materia; in particolare nel comune di Doberdò del Lago la comunità slovena era maggioranza etnica. Lavorando nei comuni del Collio Isontino e del carso Goriziano ho avuto modo di conoscere la realtà delle Comunità Montane e degli Usi Civici, temi sui quali ho sviluppati memorie per la stampa specializzata.

Nel 1974 mi sono sposato con Mariangela Manià di Monfalcone e siamo andati a vivere a Gradisca d’Isonzo. Nel novembre 1977 è nata la figlia Chiara.

Dopo aver ottenuto la qualifica di Segretario Capo, nel 1982 sono stato incaricato alla segreteria del comune di San Canzian d’Isonzo le cui attività economiche sono diversificate e i centri abitati presentavano un incremento demografico: vi è stata la necessità di approvare uno strumento urbanistico che garantisse le varie iniziative; personalmente ho fatto uno studio approfondito nel settore delle norme urbanistiche.

Dal 1978 ho condiviso quella corrente di pensiero che suggeriva l’aziendalizzazione dei servizi comunali, che è stata codificata appena nel 1990. In questo periodo ho attivamente partecipato alla creazione di Consorzi per Gestione di Servizi che coinvolgessero comuni con necessità omogenee. Nel settore socio-assistenziale le decisioni prese sulla gestione dei servizi sociali con gli amministratori allo scioglimento degli Enti Comunali di Assistenza, sono servite come falsarighe per la successiva legislazione regionale di settore. In diverse pubblicazioni ho puntualizzato la opportunità di vitalizzare il Rendiconto di Gestione, che nella contabilità finanziaria assume un ruolo ancellare rispetto il Bilancio Preventivo: infatti se il Bilancio dà gli obiettivi, con il  rendiconto si leggono i riusltati raggiunti.

Alla fine del 1978 siamo tornati  a vivere a Monfalcone e nel giugno 1979 è nato Domenico.

Nel 1990 esce il nuovo ordinamento degli enti locali che affida al politico il compito di dare gli indirizzi di gestione ed al funzionario la responsabilità della gestione. Inoltre per evitare scostamenti durante la gestione viene proposto di svolgere il controllo di gestione in corso d’esercizio. In questo contesto il revisore, ora scelto fra professionisti esterni, assume una nuova responsabilità di supporto contabile ed economico.

Questi concetti li esterno in corsi di aggiornamento ed in pubblicazioni che usciranno negli anni 90, anni durante i quali sono diventato referente regionale di una Associazione Nazionale di Certificatori e Revisori degli Enti Locali; nell’ambito di questa associazione sono stato designato componente della Commissione Enti Locali del Cnel, incaricata di fornire al governo una relazione sull’andamento del nuovo ordinamento degli Enti Locali e proposte di modifica alla normativa in materia.

In questo contesto riprendo in mano i libri e affronto l’esame di Segretario Generale e, superati gli esami, dal febbraio 1993 sono titolare della segreteria del comune di Latisana. Nel contempo la Comunità Economica Europea diventa l’Unione Europea che impone agli stati membri l’omogeinizazione delle legislazioni.

Nel luglio del medesimo anno ottengo il trasferimento a Cervignano del Friuli, dove sono in corso i lavori di eliminazione dei passaggi a livello che dividevano in due la città e sono in fase di ultimazione quelli di un interporto ferroviario, che pur avendo sconvolto la geografia fisica di una parte del territorio, ha creato una struttura utile per la formazione di convogli ferroviari a lunga percorrenza. Questa nuove infrastrutture hanno implicato la necessità di adottare un  piano comunale dei trasporti e una variante al piano generale urbanistico.

Sono anche gli anni in cui si avvicina l’ampliamento della Unione Europea: l’evento è preceduto da una serie di interventi pubblici nel settore sociale ed economico nei territori a cavallo del confine per creare una osmosi nelle aree limitrofe.

Per un breve periodo vengo incaricato della reggenza della segreteria del comune di Grado dalla quale rientro nel comune di provenienza

Purtroppo nell’ottobre 2003 maturo la decisione di andare a vivere da solo e mi trasferisco a Dobbia, antica località agricola del comune di Staranzano ma ora priva di servizi.

Avendo interrotto il rapporto con il comune Cervignano, nel novembre del 2002 vengo incaricato della reggenza alla segreteria comune di Gorizia: l’incarico era per tre mesi, ma si prolungano per oltre due anni. Vivo in diretta l’esperienza dell’ufficiale ampliamento dell’Unione Europea a 10 paesi. Viene meno quella barriera che per altre 50 anni aveva diviso un territorio che per secoli avevano vissuto assieme sotto diverse  bandiere genti di diversa etnia. Il venir meno dei controlli doganali ha una conseguenza non positiva sull’economie delle due zone confinarie; il comune si fa parte attiva per un utilizzo alternativo delle strutture doganali dimesse. La successiva caduta dei controlli alle persone sul confine viene festeggiata da una serie spontanea di festeggiamenti e dalla istituzione di una linea urbana di autobus fra le due città. La mia esperienza goriziana corona la fine del mio lavoro a servizio dei comuni.

Nell’ottobre del 20xx vado a vivere a Monfalcone in un mio appartamento

Sotto il profilo pubblicistico i giorni passati a  vista del confine orientale sono ripresi da diverse pubblicazioni che trattano la programmazione territoriale locale fra le due città e la logistica dei trasporti fra la Regione Friuli-Veneia Giulia e lo Stato Sloveno, che ora si vengono a trovare quasi al centro della Nuova Unione Europea.

Il mio ritiro dal lavoro ha coinciso con il mio impegno nell’attività del volontariato, assumendo anche incarichi  nella gestione di strutture sociali di patronato e di cultura.

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