Monfalcone «decolla»

E’ da qualche anno che sempre più spesso si sente parlare della «grande Monfalcone». Infatti, nel corso di questo ultimo lustro, a Monfalcone si è registrata una non indifferente ripresa economica, che è la risultante di una serie di oculate decisioni legislative, sia nazionali che regionali, le quali hanno decretato speciali facilitazioni ed esenzioni doganali e fiscali a favore di tutte le iniziative industriali che sorgeranno entro il 31 dicembre 1980 nel Monfalconese. Coassialmente è stato creato, con stanziamento da parte di enti nazionali e locali, un Consorzio per lo sviluppo industriale che studia e coordina tutte le iniziative volte a questo fine. 

Alla fine degli anni cinquanta le prospettive per la popolazione locale erano tutt’altro che rosee, poiché la situazione economica era deficitaria. Infatti eventi bellici (distruzioni e chiusura di alcuni mercati) ed il mancato adeguamento degli impianti di diversi stabilimenti alle nuove tecniche produttive, avevano creato una situazione di recessione. Inoltre, si era registrato un incremento nella popolazione per eventi naturali e per la doverosa ospitalità concessa alle genti istriane, costrette ad abbandonare le loro terre, che non era stato controbilanciato da una parallela espansione delle attività economiche.

Si rendeva quindi necessario un rilancio del Monfalconese, rilancio che rivestiva anche un carattere regionale poiché implicava uno sviluppo di tutte le altre aree, che gravitano su di esso. In questo contesto extramandamentale il primo problema affrontato fu quello delle infrastrutture. Nel mondo attuale, infatti, condizione necessaria per lo sviluppo qualificato è l’esistenza di buone vie di comunicazione, per cui gli investimenti per le infrastrutture vengono ad assumere un ruolo primario. La creazione de1l`aeroporto Giuliano. il completamento della autostrada Trieste-Venezia ed il potenziamento della rete ferroviaria regionale sono state le realizzazioni più urgenti ed importanti per valorizzare i raccordi ferroviari e stradali, costruiti o in via di attuazione, che servono vecchie e nuove aree industriali. E’ pure prevista una radicale ristrutturazione del porto commerciale di Monfalcone, che è già stato promosso a scalo commerciale di seconda classe. Esso, oltre a servire gli opifici insediatisi in loco, avrà una funzione preminentemente regionale, essendo riservata al porto di Trieste la funzione di scalo internazionale. Nelle aree adiacenti al porto verrà favorito l’insediamento di quegli stabilimenti che necessitano di rifornimenti via mare per non intasare le comunicazioni con lo hinterland.

Nella prospettiva della «grande Monfalcone» è doveroso prendere in considerazione quell’area collinare conosciuta come Carso Monfalconese, si tratta di una zona che presenta tipiche caratteristiche paesaggistiche che si devono conservare evitando disordinati insediamenti urbani o, ancora peggio, industriali. Sarebbe auspicabilissima l’istituzione nel1a zona di Doberdò di un parco regionale per la conservazione della flora e della fauna carsica, nel cui ambito si potrebbero anche creare delle strutture da destinare a scopi ricreativi. A proposito delle attività ricreative, un fiducioso esame merita l’area occidentale del golfo di Panzano. Alcune società hanno incominciato a trasformare la zona di Rivalunga e del Brancolo da area di bonifica, in cui le attività agricole non avevano successo, in zona turistica: dopo qualche anno dì indecisione anche queste iniziative hanno preso piede, e la zona è sempre più frequentata, specialmente nel periodo balneare. In merito, si deve ricordare la presenza di alcuni porti turistici, ovvero porti utilizzati ai fini del turismo nautico per il ricovero stanziale e l’ormeggio temporaneo delle imbarcazioni da diporto. Due di essi (S.V.O.C. e “Hannibal”) hanno funzioni esclusivamente turistiche, mentre gli alti (Darsena Valentinis e Approdo Alberoni) rivestono anche funzioni pescherecce; però soltanto il centro motovelico “Hannibal” ha assunto l’aspetto di una marina residenziale a carattere permanente, in cui viene offerta al turista la possibilità di soggiorno a duplice scopo, balneare·e nautico. Si tenga presente che l’”Hannibal” è l’unico porto turistico della regione in grado di assolvere tutte le funzioni di assistenza tecnica per il naviglio da diporto.

Queste iniziative turistico-balneari si sono sviluppate parallelamente a quelle industriali. Attualmente le industrie nel Monfalconese sono in forte via di espansione, sia numericamente che tecnologicamente. Quasi la totalità degli stabilimenti industriali preesistenti sono stati ristrutturati nel corso de1l’ultimo decennio per metterli alla pari con i nuovi metodi di produzione e ciò ha comportato una modifica nella stessa configurazione urbana. Particolarmente rilevanti sono le trasformazioni e gli ampliamenti apportati alla struttura dei cantieri navali, che sono stati allineati a livelli di competizione internazionale; questa nuova dimensione dell’Italcantieri rappresenta il definitivo superamento di un lungo periodo di incertezza e di difficoltà.

La posizione geografica e le agevolazioni, di cui si è accennato più sopra, hanno attratto in zona Schiavetti e Lisert diverse nuove industrie di medie e piccole dimensioni. Ciò è stato anche favorito dal fatto che a Trieste le possibilità di espansione industriale sono ormai limitate per la mancanza di terreni su cui potersi insediare. Vi è inoltre la possibilità che venga attuata la Litoranea Veneta: in questa eventualità lo sviluppo industriale assumerebbe una nuova dimensione per la creazioni di una terza area di sviluppo in zona Le Borlece, la quale verrebbe ad assumere la funzione di terminal dei canali della Litoranea.

Da quanto finora è stato detto, risulterà evidente che le attività agricole nel Monfalconese sono considerate marginalmente e lo saranno sempre più nel futuro, nell’ambito di questo sviluppo globale. Invece assumeranno una rilevante dimensione il commercio e tutte le altre attività terziarie, che subiranno uno sviluppo intimamente legato a quello industriale. Infatti, per far fronte alla richiesta di manodopera qualificata, indispensabile per il funzionamento dei nuovi stabilimenti industriali, si prevede una notevole crescita dell’inurbanamento, che avvalora la prospettiva di una grande Monfalcone.

L’operosità e le capacità tradizionali delle nostre popolazioni, l’impegno dei rappresentanti politici e degli operatori economici, nonché il sostegno degli organi statali e regionali, garantiscono il conseguimento di questi traguardi, condizione necessaria per l’ordinato progresso civile di queste popolazioni di confine.

OSVALDO DE CASTRO

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