La naturale predisposizione alle attività industriali della zona di Monfalcone si è resa palese in seguito ai primi effetti della legge 1525 del 1961 che ha istituito delle agevolazioni fiscali incentivanti nuovi insediamenti industriali nel comune di Monfalcone. I risultati del successivo decollo che ha registrato questa zona non hanno tardato a farsi sentire nelle aree limitrofe per Le interrelazioni esistenti fra Monfalcone ed il resto della Regione.
Nella prospettiva di ulteriori sviluppi era stata sentita la esigenza di dar vita ad uno strumento urbanistico intercornunale che coordinasse l’ampliamento urbano dei comuni di Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano. Attualmente sulla scorta delle indicazioni del Progetto 80 si prospetta l’esigenza di allargare l’ottica di questo piano regolatore considerando le sempre maggiori interferenze che esistono tra ta : zona industriale di Trieste e quella di Monfalcone. Queste interferenze già in atto da diverso tempo divengono più evidenti quando si consideri il sistema metropolitano del Friuli-Venezia Giulia nell’ambito continentale e nella sua funzione di spostare ad oriente il baricentro socio-economico della. Valle Padana.
Il golfo di Trieste rappresenta l’area di massima penetrazione del Mediterraneo nel Continente europeo e rappresenta il naturale terminal marittimo della Europa danubiana nonché del Centro-Europa. Ragioni politiche e caratteristiche infrastrutturali hanno indebolito la posizione dello scalo marittimo di Trieste. La ripresa industriale degli anni sessanta e gli aumentati scambi con l’Europa orientale hanno posto le premesse per una ristrutturazione del sistema portuale triestino: ristrutturazione da considerare non soltanto come ampliamento e potenziamento delle strutture esistenti, ma anche come creazione di un nuovo porto. Infatti la carenza di spazi a Trieste fa rivolgere l’attenzione al porto di Monfalcone, che dispone di spazi abbondanti e di un elevatissimo grado di infrastrutture.
Limitandoci a considerare gli aspetti funzionati di questa nuova ottica portuale, l’integra-ione dei due porti, da far ricadere sotto la competenza di un unico ente portuale, verrebbe ad articolarsi su cinque punti. Il primo di essi riguarda il ruolo turistico di questo sistema portuale che non deve trascurare le esigenze di ricreazione. Accanto alle attività commerciali si devono, infatti, sviluppare anche quelle turistiche.
Per quanto concerne gli scali commerciali, come primo passo si deve risolvere il problema dei traffici che sono stati dirottati verso altri porti… Pregiudiziale a tal fine è la dotazione dei vari scali di adeguate attrezzature e di comode vie di comunicazione con l’hinterland, poiché gli insediamenti poiché gli insediamenti del nuovo porto sono in gran parte localizzati altrove. Monfalcone disponendo di spazi abbondanti, è favorita per accogliere quei traffici che riguardano le rinfuse mineraliere e i trasporti di legname, che richiedono grandi spazi. Il locale consorzio industriale ha già elaborato un progetto per la ristrutturazione dello scalo di Portorosega sulla falsariga delle tradizionali darsene e moli: i relativi collegamenti ferroviari e stradali sono già in via di attuazione. Sempre a Monfalcone è possibile realizzare, secondo l’esempio dei porti del Nord Europa, un porto lineare di quasi tre chilometri sulla sponda settentrionale del canale del Brancolo, alle cui spalle’ vi sono vaste aree utilizzabili anche per insediamenti industriali. La mancanza di spazi a Trieste induce a far concentrarvi gli scali containers, però il porto commerciale triestino, specie il punto franco nuovo, non potrà funzionare con la dovuta scioltezza finché non sarà completata la circonvallazione ferroviaria e migliorati i collegamenti autostradali. Il quinto punto su cui si articola questo nuovo sistema portuale riguarda lo scalo petroli di Muggia che è stato rammodernato in concomitanza con la costruzione dello oleodotto con la Baviera.
L’integrazione fra i due porti si rende necessaria perché, se il porto di Trieste può essere ricondotto con adeguati interventi ad una condizione di efficienza sul piano infrastrutturale, sul piano strutturale l’efficienza non può essere raggiunta per quelle merci che richiedono ampi spazi, i quali sono invece offerti dal porto di Monfalcone. L’attuazione di questo servizio integrato viene anche a rafforzare i legami esistenti fra le singole aree della zona socio-economica triestina che unisce le province di Gorizia e Trieste in unica zona con funzioni decentrate. Inoltre, a livello nazionale, sotto la spinta degli organi politici regionali, si dovrà operare affinché a Trieste vengano assegnate nuove linee marittime e perché in sede comunitaria si affronti il problema delle tariffe portuali, che ora giocano a nostro sfavore.
Osvaldo De Castro